venerdì 27 marzo 2009

Il Vicario, adattamento e regia di Rosario Tedesco

Confrontarsi con la nostra storia recente, porta inevitabilmente a riflettere su temi universali. Silenzio, coraggio, sacrificio, sono i veri protagonisti che hanno contraddistinto gli anni oscuri del nazismo in Europa. Prese di posizione cercate, trovate, subite, costrette, hanno dominato il destino di intere generazioni di esseri umani. Lo spettacolo, Il Vicario, si conficca dritto, a distanza di decenni, all’interno di quel dibattito nato postumo, sui ruoli dei diversi protagonisti politici e uomini di fede di quegli anni. Con l’adattamento drammaturgico e la regia di Rosario Tedesco, interprete tra l’altro, di uno dei personaggi della lettura scenica, ottimamente viene riportata alla luce quell’atmosfera contraddittoria vissuta tra falsi proclami, fauste ovazioni e terrori. Agli anni della deportazione degli ebrei nei campi di concentramento, farà da contraltare la figura disumana di Pio XII. Il suo silenzio davanti agli orrori nazisti si fa più forte e riecheggia nei decenni più di ogni altro lamento da perseguitato, da uomo torturato e infine ucciso. Ma questo Vicario, non vuole semplicemente smascherare i silenzi della Chiesa, fin troppo evidenti, ma si prefigge l’obiettivo di restituire corpo e passioni a persone che in quegli anni sono cresciute, maturate e che si son fatte ‘uomini’. Non serve una divisa per sentirsi tali. Tutt’altro. Molto spesso ci si cela dietro ad essa per mascherare scelte che ci spaventano e preferiamo demandare ad altri. Allora ecco a cosa serve una divisa a questo Pio XII, a questi generali delle SS, schiavi della loro rabbia, di quel volersi sentire protagonisti di una Storia che invece li condannerà. Una domanda però si evince e rimane in sospeso tra i leggii e le luci dello spettacolo; dove rintracciare i Riccardo Fontana o i Kurt Gerstein in questi nostri giorni? Ecco l’unico anacronismo di questa messinscena. Ottimi gli attori. Voci e volti oramai noti, anche’essi maturati. Gli occhi spillati di Annibale Pavone nella tirata decisiva del suo Pio XII, la commovente e commossa interpretazione di Marco Foschi, la bellezza spietata di Cinzia Spanò, sono alcune delle impronte d’attori che, da promesse della scena, hanno saputo mantenere la parola data.





8 commenti:

Anonimo ha detto...

IL VICARIO di Rolf Hochhuth
di don Sergio Andreoli
1. SORPRESA E AMAREZZA
Manifesto pubblicamente sorpresa e grande amarezza per la presenza, nel programma della prossima stagione di prosa, a Foligno, de "Il Vicario", di Rolf Hochhuth, e invito a leggere i due contributi relativi alla figura di Papa Pio XII, pubblicati da www.folignonews.it in questi ultimi giorni.
2. ANCORA SORPRESA E AMAREZZA
Rinnovo pubblicamente la mia sorpresa e amarezza per la rappresentazione, a Foligno,
de "IL VICARIO",
di Rolf Hochhuth,
e invito a leggere l'articolo all'indirizzo:
http://www.gesuiti.it/moscati/Ital4/Pio12.html
3. UN MANIFESTO OFFENSIVO?
Vorrei dar seguito a “Sorpresa e amarezza”, pubblicato nei giorni scorsi, chiedendo ai cittadini di Foligno - soprattutto a quelli che conoscono il legame “storico” tra la Città e la Chiesa -, se ritengono o no offensivo nei confronti del Sommo Pontefice Pio XII, il manifesto che è stato affisso, per annunciare la rappresentazione teatrale “IL VICARIO”.
Possono esprimere la loro opinione, scrivendo a: sergio.andreoli1@tin.it
4. DALL’AMAREZZA ALLA PROTESTA
Penso che sia lecito a chi, come me, non condivide le tesi di Rolf Hochhuth, autore de “IL VICARIO”, che sarà rappresentato a Foligno, protestare - con educazione, sicuramente! - e affermare senza tentennamenti che non esiste – checché ne possa pensare qualcuno – la libertà di calunnia e di diffamazione.
Esiste, invece, la libertà dalla calunnia e dalla diffamazione, cosa ben diversa, anzi contraria alla precedente: tutti dovremmo cercarla, conseguirla e difenderla.
Io tento di farlo a favore di Pio XII, sperando che anche a Foligno siano tanti quelli che la pensano come me.
5. LA FOTOGRAFIA DI PIO XII E IL MANIFESTO
Torno a chiedere ai miei concittadini, se il manifesto (manipolazione di una fotografia), che annuncia la rappresentazione de "IL VICARIO", è o no, secondo loro, offensivo.
6. ANCORA SU IL VICARIO
Questa mattina,
alla riunione mensile del Clero della diocesi di Foligno,
presenti il Vescovo monsignor Gualtiero Sigismondi e il Vescovo emerito monsignor Giovanni Benedetti,
ho espresso la mia amarezza per la rappresentazione,
a Foligno,
de IL VICARIO.
7. UN ARTICOLO DE LA VOCE
‘Troppo chiasso sui “silenzi” di Pio XII’:
è il titolo di un articolo di don Elio Bromuri,
pubblicato dal settimanale cattolico umbro “La Voce”
(www.lavoce.it),
nel numero 11, di venerdì 19 marzo, a pagina 7.
Ne consiglio la lettura,
anche perché c’è una riferimento alla mia nota “Sorpresa e amarezza”, per il quale esprimo al direttore la mia viva gratitudine.
8. IL VICARIO A FOLIGNO
Il Corriere dell’Umbria, www.corrieredellumbria.it , in prima pagina, oggi 20 marzo scrive: Appello via e-mail ai fedeli folignati. Parroco “censura” spettacolo teatrale.
All’interno, a pagina 44, nella pagina Cultura § Spettacoli, Sabrina Busiri Vici firma il servizio: “Il vicario” fa sollevare il parroco che vuole difendere Pio XII.
So bene che i titoli non si devono attribuire agli autori degli articoli; per questo non li commento.
Ringrazio, invece, vivamente la Busiri Vici, e prima ancora il direttore del Corriere, per aver dato rilievo alla mia sorpresa e amarezza per la rappresentazione, a Foligno, di uno spettacolo, che offende il Sommo Pontefice Pio XII (certo, avrei gradito che i testi dei miei interventi fossero riportati integralmente, ma…).
Segnalo ai lettori, a titolo di informazione, il sito www.donandreoli.it , dove possono trovare tutti i passaggi di questa piccola storia folignate e prendo l’occasione per ringraziare il direttore della Gazzetta di Foligno
(www.gazzettadifoligno.it), monsignor Germano Mancini, per aver dato spazio, nel numero in edicola, al testo Un manifesto offensivo?, e il direttore de La Voce
(www.lavoce.it) monsignor Elio Bromuri, che ha firmato, sul tema, un bell’articolo nell’ultimo numero.
All’attore Foschi, che ha rilasciato l’intervista, mi permetto di rivolgere una domanda: “Le è mai venuto il sospetto, durante lo spettacolo, di farsi portavoce di vere e proprie menzogne?”. 9. UN RINGRAZIAMENTO E UN APPELLO
Esprimo il mio più sincero ringraziamento al direttore di www.folignonews.it , Alberto Mesca, per l'ospitalità che assicura ai miei interventi, riguardo alla rappresentazione teatrale tratta da "IL VICARIO", un testo di Rolf Hochhuth, che ritengo offensivo nei riguardi del Sommo Pontefice Pio XII.
Rivolgo, poi, un appello, agli Ebrei, nostri fratelli maggiori, perché diano la loro testimonianza sul bene fatto alle famiglie Ebree dalle Chiese che sono in Umbria, e dal Papa, Pastore visibile di tutta la Chiesa, negli anni della persecuzione.
10. GRAZIE
Voglio anche ringraziare
Mario Macaluso,
responsabile del sito Internet www.cattolici.net
che ha ospitato i miei interventi.
11. DUE RINGRAZIAMENTI E UN APPELLO
Esprimo il mio più sincero ringraziamento al direttore di www.folignonews.it , Alberto Mesca, per l'ospitalità che assicura ai miei interventi, riguardo alla rappresentazione teatrale tratta da "Il Vicario", un testo di Rolf Hochhuth, che ritengo offensivo nei riguardi del Sommo Pontefice Pio XII.
Voglio anche ringraziare Mario Macaluso, responsabile di www.cattolici.net , in cui ho pubblicato le mie note.
Rivolgo, poi, un appello, agli Ebrei, nostri fratelli maggiori, perché diano la loro testimonianza sul bene fatto alle famiglie Ebree dalle Chiese che sono in Umbria, e dal Papa, Pastore visibile di tutta la Chiesa, negli anni della persecuzione.
12. CORRIERE DELL'UMBRIA
Il Corriere dell'Umbria, www.corrieredellumbria.it ,
il 24 marzo, a pagina 47, ha pubblicato la mia nota "Il Vicario
a Foligno", con il titolo Il Vicario e il parroco folignate.
13. ANCORA LA VOCE
Nel numero 12, del 27 marzo 2009, de La Voce, a pagina 12, si può leggere la mia nota su Il Vicario.
Esprimo la mia gratitudine per la risposta del direttore.
Segnalo anche l'articolo di pagina 6, firmato da M. R. V., dal titolo Pio XII: una vittima dell'ideologia.

rospe ha detto...

L'amarezza di don Sergio mi rattrista, ma fa piacere sapere che il teatro può ancora destare allarme. Il teatro è ancora un fatto sociale, anche quando la Storia non sembra più in grado di esserlo.

Dal momento che don Andreoli sembra allarmato dal rischio di un attacco diretto al pontefice Pio XII, sarà necessario rassicurarlo. Il fatto storico di cui parla il testo messo in scena oggi è la Seconda Guerra Mondiale. C'è stata, fa ormai parte della nostra cultura, con le sue verità, omissioni e menzogne. Il testo di Hochhuth non è un trattato di storia, non è un dossier segreto, è teatro. Il teatro serve a porre delle domande, il teatro si può permettere il lusso di parlare in modo trasversale, di scegliere la strada della "finzione" per giungere al cuore delle cose. La verità de Il vicario sta tutta nel conflitto interiore di due diverse fedi, due diverse divise, due diversi modi di essere uomini. Il prete e il soldato da una parte, dall'altra c'è il silenzio.

Papa Pio XII, vilipeso dalla storia, per motivi ideologici o altro, non è presente sulla scena. Può difendersi altrove, ha il diritto alla propria verità storica, ben vengano i fatti, i documenti, a riportare nella giusta luce il suo mandato di uomo e di guida della chiesa. Il vicario, sulla scena, è un attore tra gli altri, un comprimario di un orrore troppo grande per appartenere a un popolo soltanto. Il teatro non deve fuggire il rischio di essere scorretto, se questo ci permette di essere riportati davanti alle nostre responsabilità dirette, personali, davanti alla Storia.

Ogni giorno, il nostro silenzio, il non prendere posizione, ci mette davanti al rischio di diventare complici... troppi sono i conflitti e i genocidi che urlano senza più voce intorno a noi.

Qualcosa di assolutamente alto e spirituale viene messo in scena da Il vicario: uomini oscuri, reali o solo possibili, si tolgono di dosso una divisa per salvare la loro umanità.

Questo spettacolo è una testimonianza, nel suo senso più alto, non è una tesi storica.

Invito chiunque si senta offeso, sin dalla vista del manifesto, a riflettere su quei milioni di uomini che a causa di un pregiudizio (razziale, politico, religioso, sessuale ecc.) sono stati defraudati del diritto di essere ascoltati. Chi pensa che si voglia calunniare la chiesa, riscrivere la storia, mentire, potrà riflettere insieme agli attori sul palco. Stanno lì per questo. Hanno scelto di essere lì per questo motivo: per non sottrarsi.

Anonimo ha detto...

La serietà di un attore può essere misurata anche con la sua disponibilità a trattare temi controversi e attuali. Il teatro resta a mio avviso uno dei mezzi più vicini alla Storia, grazie al suo procedimento interamente umano e meravigliosamente impreciso.

Non tanto dal teatro quindi ma semmai dovremmo sentirci offesi dalla Storia.

Anonimo ha detto...

buongiorno a tutti,
scrivo qui perchè seguo 'il vicario' dalle prime date milanesi di quasi due anni fa (un evento fra milano e sesto san giovanni in un spazio appena inaugurato, un testo sconosciuto, 'i ragazzi' che tornano, l'incontro con l'autore...), incredula ne ho vista una replica romana, l'ho sempre trovato corretto, doloroso e necessario, lontano da facili clamori, da mostrare, questo sì, agli studenti per approfondire una periodo di cui a volte si ciancia e basta.
scrivo qui ancora turbata dalle reazioni a dir poco paranoiche del parroco folignate che ritrovo qui e altrove (ovunque in mezzo ai fedeli!), si sa che la propaganda è un'arma del potere...
davvero non pensavo più alle possibili polemiche per un testo che deve pesare sulle coscienze di tutti, non solo dei cattolici, non solo dei tedeschi.
inoltre, tutto 'sto fermento per una locandina?? non fermiamoci alla superficie, entriamo in teatro e confrontiamoci con noi stessi.
spero che il sacerdode sia una voce solitaria che cerca di attizzare scandali come il vilipendio al papa... mi sembra di sfogliare l gazzetta degli anni '50 del secolo scorso, senz'altro non ha letto il libro nè è venuto a vedervi in teatro, anzi mette alla gogna le prossime repliche, 'fedeli astenetevi, nel buio della sala teatrale Dio vi vede' mancano solo tali chiari consigli!
condivido, è la Storia che offende.
un abbraccio, erica

Anonimo ha detto...

In un mondo in cui la liberta di parola è proibita, il teatro, anche con questo spettacolo, esce dagli schemi e riporta c'ho che nessuno osa dire o almeno c'ho che nascondiamo dietro la nostra flabile coscenza.

Anonimo ha detto...

Ho visto "Il Vicario" l'anno scorso a Roma ed aspetto di rivederlo - per riflettere ancora.
Ho letto gli appunti sulla memoria e le reazioni del vostro pubblico-
Anch'io ho pensato a lungo a storia memoria e responsabilità.
La storia inizia dove la memoria finisce, non ricordo chi l'ha detto, ma forse in tanti.
La memoria è spesso emotiva, e gli errori ne fanno parte solo se sono degli altri.
La storia allontana, con una parvenza di oggettività, anche i propri errori.
Ed eccoci al problema delle responsabilità.
Si tende sempre a guardare le proprie ragioni, o ad eccedere nel revisionismo esagerando quelle degli altri -
In un verso o nell'altro purtroppo è vero: è difficile imparare veramente dalla storia. Spesso la mia sfiducia nell'uomo ha il sopravvento. Ma una parte di me crede che persone come voi possano aiutare il mondo a cambiare.
Grazie, ragazzi del Vicario.

L.Esse

P.S. Ho visto l'intervista degli amici del Morlacchi. Oltre lo spettacolo un'idea di teatro: vorrei fare l'attrice per mandarvi un curriculum!

don Sergio Andreoli ha detto...

Signora Erica,
poteva essere più gentile con me!
Comunque, grazie
don Sergio Andreoli

DON SERGIO ANDREOLI ha detto...

Signora Erica.
Le chiedo scusa
Cordialmente
don Sergio Andreoli