venerdì 17 ottobre 2008

Ascanio Celestini - Radio Clandestina, Scemo di guerra

L'artista che fa politica. Il Teatro che fa politica. L'attore che fa politica.
Ascanio Celestini, si burla di tutti quegli intellettuali trincerati dietro le proprie 'cortine di ferro', riportando alla luce semplici testimonianze, racconti personali, storie di uomini "normali", riuscendo a elevarle a memoria collettiva. Tra nomenclatura, servilismo e baronaggio di sinistra e ignoranza arrogante fascista, l'attore romano prova a tracciare una terza strada. Quella della consapevolezza, della memoria. Roma è il suo quartiere. I tragici fatti avvenuti nella capitale sul finire della seconda guerra mondiale, il suo tempo storico. Seguendo la scia di quella tradizione della letteratura orale, bagaglio infiniti dal quale attingere, Celestini racconta di uomini divenuti personaggi. Di suo padre. Di uno scemo di guerra. Dei tragici fatti avvenuti in quegli anni. Narra e ci trasporta. Dentro il Tempo. Dentro una Tradizione. Si sofferma su inquietudini, paradossi, analogie tra quel Tempo e il Nostro. Trova similitudini. Protagonisti e arroganze simili. stesse paure affrontate con la sterilità dell'arroganza. Chiese accondiscendenti. Quel Tempo tarda a sembrarci lontano. Ma a questo si può o non può credere. Rimangono semplici considerazioni alla 'Giufà'.








foto scattate durante le prove